Non vivo più rinchiusa nella mia testa

Scrivere questa relazione per me è un grande traguardo, nella mia vita non ho portato a termine molte cose, ma mi sono promessa che in questo programma sarei arrivata fino in fondo.
Ho preso la decisione di entrare in Comunità perché ero disperata, la mia non vita andava sempre peggio, dalla depressione alla bulimia alla tossicodipendenza, vivendo rinchiusa dentro la mia testa, ma grazie a Dio mi sono guardata dentro ed ho visto che la vita reale era solo squallore e sapevo che lì dove mi trovavo sarei andata sempre più a fondo. Il dolore che avevo portato in casa mi faceva male, come mi faceva male vedere che fra me e ilmio compagno non c’era più niente che si avvicinava ad un sentimento, ero completamente sola.


In Accoglienza non avevo molta idea di cosa significasse questo programma, avevo la mia fonte di forza che era il mio compagno, ma nello stesso tempo sentivo il bisogno di staccarmi, così cercai protezione in un altro ragazzo. Poi il compromesso: ne parlai con l’operatrice e forse è stato lì che ho capito che se volevo l’aiuto di questo programma dovevo mettere in discussione anche quello che non avrei voluto.
L’impatto con la Comunità è stato difficile da superare, senza la protezione del mio compagno mi sentivo completamente incapace e mi rifugiavo sempre di più nell’isolamento.
L’esperienza di non stare mai sola mi ha fatto male e mi ha messo tantissimo in difficoltà, ero piena di rabbia quando il responsabile della CT mi disse: “Se ti vedo sola io mi incazzo! “, ma ora lo ringrazio perché era l’esperienza adatta a me e penso che, anche se era arrabbiato, con quella frase ha voluto dirmi che mi voleva bene. A fatica ho iniziato a parlare, è stata dura ma sono riuscita ad esprimere il mio senso di disagio quando dovevo chiedere per forza compagnia e di quanto mi facesse sentire un peso. Quando mi è stata data un’altra ragazza come “sorella” non ne sono stata molto felice, solitamente con le donne mi vivevo, anzi subivo la competizione e quindi credevo che non mi avrebbe aiutato, invece dopo un po’ questa ragazza mi ha aiutato ad avere un’amicizia senza dover usare la femminilità; grazie alle donne che ho incontrato in questo programma penso di aver lavorato bene sul modo di stringere amicizie maschili.
Ma l’affettività per me è sempre stato un punto debole e i sentimenti che ho provato per un ragazzo della comunità mi hanno distolto parecchio da quello che dovevo affrontare. Dopo la sua partenza per me è andata molto meglio; penso che non dimenticherò mai il primo gruppo “statico”, la prima volta che ho urlato davvero e sono riuscita a far scendere quella bambina da quella sedia a dondolo.
L‘aiuto del dietologo esperto in bulimia è stato fondamentale, non volevo credere di avere un problema d’alimentazione così grave, mi sono impegnata con tutte le mie forze per risolverlo là dentro perché sapevo che fuori non ce l’avrei mai fatta; è stato bello ricevere l’aiuto di tutti mi sono sentita voluta bene e sostenuta. La svolta più importante l’ho avuta con lo “show down”. All’inizio non mi sembrava poi così male, non era difficile per me chiudermi e non rendermi conto che non avevo nessuno vicino, ma poi piano piano mi sono accorta che non facevo parte degli altri, ero una cosa a se, distaccata, e questo mi ha portato tanto al mio passato; non era una sensazione nuova e mi sono chiesta come ho potuto vivere così per tutti quegli anni nella solitudine, nella disperazione, credendo di essere sbagliata e che forse era un errore che io fossi al mondo, vedevo la morte come la mia unica ancora di salvezza, volevo morire per quanto ero sola.
In show down stavo malissimo, ogni giorno mi alzavo con la paura di affrontare la giornata, ho cominciato a chiedere di poter parlare con gli altri e forse per la prima volta ho capito quanto avevo bisogno di sentire l’affetto delle persone, ma soprattutto ho capito che sono stata io la prima a negarselo perché non ho mai imparato a chiedere e lo stavo imparando in quel momento.
Sono arrivata al Rientro con l’intenzione di non dimenticare quanto avevo imparato in C. T.
È stato bello per me conoscere l’operatrice del rientro, ci tenevo tanto per come avevo sentito parlar di lei e anche se l’ho avuta al Rientro per poco tempo è stata importantissima quelle parte forte, sensibile e che pretende rispetto che mi ha trasmesso e che vorrei riuscire a far mia; poi avevo ritrovato l’operatore che avevo avuto in CT, già in comunità avevo trovato in lui un grande aiuto e al Rientro mi ha aiutato a superare tanti problemi che ritenevo insormontabili e mi ha aiutato ad accettare i momenti brutti e di dolore nella vita di tutti i giorni; quando sto scoglionata mi dico sempre quella frase che mi disse colpendomi tantissimo: “in realtà la vita è molto semplice “e riesco ad accettare con più facilità i momenti un po’ depressivi.
All’inizio è stata dura, non ho trovato il calore che mi sarei aspettata da alcune persone, e poi mi sentivo in colpa nei confronti di un ragazzo, ero di nuovo caduta nell’affettività, nel mio non sapere cosa volevo o cosa cercavo; l’avevo ferito, lui che era la persona più importante che mi aveva dato questo programma e mi sentivo sporca.
Comunque mi sono impegnata a non rimanere sola, e molti ragazzi e ragazze mi hanno fatto parecchio compagnia e con loro ho passato dei momenti bellissimi, anche se spesso mi sono ritrovata a dover chiarire e soprattutto a dover fare i conti con la mia pretesa di essere capita, ma ora posso dire che mi è servito tantissimo per imparare a coltivare le amicizie e a salvaguardarle.
Lo scoglio più faticoso da superare è stato trovare lavoro, ci ho messo un ‘eternità, avevo paura di buttare tutto all’aria a causa della mia non voglia di essere responsabile e invece ora sono orgogliosa di me per la serietà, l’impegno e la gratificazione che ci prendo ogni giorno.
Sono felice per come ho portato avanti il mio rapporto con il mio ragazzo, sono partita sapendo il male che gli avevo fatto e con la paura di fargliene ancora, ma ora sono sicura della mia scelta, mi fido di lui e so che sa ascoltarmi e capirmi anche se non apro bocca; sono contenta perché mi sono impegnata a non mettere da parte gli altri rapporti importanti, lui continua ad essere il mio centro ma non metto da parte il valore che do ai miei amici.
Ho passato un periodo orribile con la malattia di mia madre, volevo starle vicino ma non mi sentivo in grado e quindi mi sentivo in colpa, l’unica cosa che sentivo di poter fare di concreto per lei era di non darle ulteriori preoccupazioni e così ho cercato di andare avanti nel migliore dei modi.
C’è stata la ricaduta di una ragazza della CT che per me è stata una mazzata, era l’unica amica che avevo e mi è venuta a mancare una parte per me fondamentale; ho trovato un grande aiuto in una operatrice che considero soprattutto un’amica.
In quel periodo sentivo la mancanza di un sostegno visto che non riuscivo più a prendermelo a casa mia, ma l’ho ritrovato in un operatore del rientro nei suoi modi accoglienti e paterni e sicuramente mi ha fatto bene il suo modo di spronarmi e di tenermi impegnata.
Il distacco dal Rientro mi ha spaventata ma penso che la paura mi abbia protetto dal chiudermi; il mio ragazzo mi ha aiutato tanto in questo, ma sono stata anche in grado di chiedere aiuto quando ne ho avuto bisogno, soprattutto quando ho avuto problemi con lui, non mi sono chiusa nella solitudine o nel cibo come sono sempre stata solita fare,anzi mi sono fatta star vicino; una ragazza del rientro in quel periodo mi ha aiutata a farmi forza e nel frattempo il nostro rapporto si è consolidato sempre di più.
Su altre cose devo ancora lavorare molto, come la palestra che proprio non mi smuovo per iniziare e poi i rapporti al di fuori della Comunità, su questo sto iniziando, faccio fatica ma sto cercando di creare qualcosa, purtroppo non disegno più a parte brevi e rari attimi d’ispirazione ma forse non è questo il momento.
Penso che con la mia famiglia vada bene, con i miei genitori ho fatto passi da gigante; so che hanno paura ma so che si fidano, cerco di dirgli quando sto male per farli star tranquilli, sicuramente parliamo di più, purtroppo ho ancora bisogno del loro sostegno economico perché non riesco ad arrivare alla fine del mese, ma loro capiscono la situazione e io la accetto, io non mi approfitto e sono onesta con loro, c’è sicuramente un distacco a causa della lontananza ma a livello emotivo ci siamo avvicinati tanto.
Fino a poco tempo fa pensavo che l’alcool non sarebbe stato un problema, perché non lo è mai stato, ma mi è stato messo davanti che ora potrebbe essere il mio unico sfogo e questo mi ha spiazzato; mi fa paura l’alcolismo e ora mi sembra di fare un tuffo nel vuoto, ho voglia di bere non lo nego; ma voglio cercare di bere come prima, non farlo abitualmente ma solo in certe occasioni.
Il mio punto fragile è senza dubbio la chiusura quando mi vivo qualcosa che mi fa star male, faccio fatica a parlarne e spesso scappo per la paura di affrontarmi e di non sentirmi capita, e penso che un altro punto fragile sia il mio oziare che mi impedisce di creare hobby miei e quindi di crearmi una parte mia e basta.
Credo però di avere dei bei punti di forza dati dal mio carattere abbastanza tranquillo, sono una persona molto riflessiva, penso sempre alle conseguenze delle mie azioni e credo che per il problema che ho avuto sia un gran bel pregio, credo che so farmi voler bene e questo mi fa sentire in diritto di avere un posto nel mondo e mi aiuta a trovare le palle e ad abbassare l’orgoglio quando ho bisogno di cercare aiuto.
Ora sto per valutarmi ma so che non è la fine anche se ci sarà un distacco con l’OIKOS; rispetto a prima so che posso chiamare e so per certo che qualcuno mi accoglierà, so che non verrò lasciata sola e ora credo di aver interiorizzato tanto di quello che in principio non capivo, penso che questo sia il significato di portarsi dentro il programma, farsi domande, darsi limiti e saper accettare non perché te lo dice una regola, ma perché ormai hai fatto dei passi avanti che ti hanno fatto maturare e se andare avanti è faticoso tornare in dietro è troppo doloroso.

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