Vedo la vita con occhi diversi

Ricordare questi momenti mi resta molto difficile perché sono momenti molto dolorosi; infatti sto facendo una fatica pazzesca nel ritornare indietro con il pensiero.
Quasi quasi ho voglia di alzarmi dalla sedia e dimenticare, ma non posso perché questi momenti molto duri sono state delle tappe fondamentali per la mia crescita. Il motivo principale per il quale sono entrato in programma è stata la mia famiglia; la stavo perdendo. Non ero più in grado di guardare negli occhi le mie bambine; ero stanco di sentirmi dire: “Che cazzo fai, hai due figlie, smettila!”. Però io non ero capace di dire basta da solo, avevo bisogno che qualcuno mi aiutasse in questoDiciamo appunto che la spinta principale della mia scelta di entrare in programma è stata questa. Parlando chiaro, se non ero padre penso proprio che non l’avrei mai fatto, anche perché ero arrivato ad un punto della mia vita che volevo solamente spegnermi.
Mentre oggi posso dire anche che un’altra motivazione per cui sono entrato è perché ero stanco di prendermi per il culo e di sentirmi un fallito.
La fase dell’Accoglienza la ricordo come il distacco dalla sostanza; infatti, il momento cruciale è stata la disintossicazione dal metadone e dagli psicofarmaci e la conseguente abitudine di vivere la giornata senza di essi.
Dell’Accoglienza poi, ricordo i compromessi e la vergogna che ho provato quando venivo scoperto. Quindi si ricominciava tutto da capo per cercare dì ritornare credibile agli occhi degli altri.
Da queste cadute posso dire di aver appreso molto, perché mi hanno insegnato a lottare per qualcosa in cui credevo e volevo ottenere: “La fiducia”. Ero stanco di sentirmi un falso, di vivere nella falsità, di stare sempre a testa bassa.
Questi momenti, poi, mi hanno dato la consapevolezza che se uno vuole, pur cadendo, rimboccandosi le maniche e affrontando le situazioni, ha la forza di alzarsi. Veniamo alla Comunità.
Ricordo ancora, alla partenza dall’Accoglienza per la CT: l’immagine più forte è quella di mia figlia piccola che mi viene incontro, per salutarmi, camminando; io ancora non l’avevo mai vista camminare. Una mazzata terribile. Ancora oggi sento un tonfo nella pancia.
Appunto, il distacco da loro, da mia moglie e… allora giù con i sensi di colpa, con il mio vittimismo. Ricordo il mio periodo in CT come un incubo e, oltre a questo, le mille difficoltà giornaliere. All’improvviso mi sono trovato in un posto ed in una situazione nuovi e per lo più senza la sostanza.
Ero impaurito, mi sentivo incapace, ero completamente disarmato; stavo iniziando a muovere i miei primi passi in un nuovo mondo.
Momento cruciale della Comunità, posso dire, è stata l’esperienza verbale: “Ho 31 anni e non ho il coraggio di scegliere”. Appunto la scelta. Non avevo mai avuto il coraggio di fare una scelta. Le facevo sempre per gli altri e mai per me stesso. Ero arrivato ad un bivio: continuare così, senza prendermi responsabilità e quindi rimanere un coniglio, oppure alzarmi, accettare la realtà e iniziare a lottare per me stesso e per la mia vita.
Appunto posso dire che da questo momento ho scelto di prendermi la responsabilità della mia vita.
Poi, cosa importante della CT sono stati i gruppi, statici, dinamici, famigliari. Grazie a questi ho imparato ad essere più chiaro, a confrontarmi con gli altri e ad esprimere e riconoscere i miei sentimenti. E così sono riuscito a riacquistare il rapporto con i miei genitori e con mia moglie.
Non mi sono più sentito solo e pian piano, dentro di me, è nata la consapevolezza di potercela fare. Ora posso dire di sentirmi un padre, un figlio ed un marito.
In Comunità ho riscoperto il valore dell’amicizia, cosa che fuori, causa il tipo di vita, avevo perso, mentre oggi posso dire di credere in essa e di lottare per essa. Il rispetto per gli altri, il valore delle piccole cose, il sapersi accontentare, le rinunce. Tutti elementi che mi hanno consentito di crescere.
Infine passiamo al Rientro, l’ultima fase e, sinceramente, la più dura. Era arrivata l’ora di mettere in pratica tutto quello che avevo imparato.
L’impatto con l’esterno, le mille tentazioni, le difficoltà giornaliere, il mondo del lavoro; tutte queste cose che una volta mi sembravano insormontabili sono riuscito a superarle, affrontandole senza fretta ed una alla volta.
E giorno dopo giorno ho acquistato sempre più fiducia in me stesso, fino ad arrivare ad oggi, in cui posso dire di sentirmi finalmente un uomo.
Fortunatamente non ho avuto ricadute. Il mio percorso è andato abbastanza liscio, ma ci sono stati degli episodi che, per quanto spiacevoli, sono stati molto utili perché mi hanno fatto mettere i piedi per terra. Perché molte volte tendo a dimenticare il mio passato e questo devo cercare di non farlo perché solo rivedendomi come ero posso fare del tutto per non ritornarci.
Oggi amo il sole, il vento, la pioggia. Sento di essere il protagonista della mia vita e soprattutto la vedo con occhi diversi. Sento di essere cresciuto, mi sento un uomo nuovo come se fossi rinato e, quindi, ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino, la mia famiglia, mia moglie e tutti gli operatori, ma soprattutto ringrazio me stesso perché per la prima volta nella mia vita posso finalmente sentirmi libero e felice di esistere.

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